Ad ABeCeDario, scuola sperimentale di Italiano L2 di In Migrazione per richeidenti asilo e rifugiati, si parte spesso da "piccole cose".
Una nostra studentessa deve partire. Vuole salutarci. Una mattina, improvvisamente, annuncia che deve affrontare un viaggio. “La cosa che più mi mancherà siete voi” e lo dice rivolta agli studenti, al gruppo, alla comunità.
Ha portato qualcosa da mangiare e il Tè, speziato. Ci viene voglia di scriverle dei messaggi di augurio, per sdrammatizzare e perché vogliamo augurarle buona fortuna per il suo viaggio.
Mentre scriviamo, leggiamo e tratteniamo a stento la commozione, pensiamo che è bello essere una comunità, costruire relazioni, fare gruppo.
Quando qualcuno porta un dono, cibo da condividere, belle parole, vuol dire che la costruzione della comunità sta funzionando, che siamo tutti meno soli e che in effetti anche le difficoltà più grandi fanno meno paura.
Ecco, per dire una di quelle cose che si possono fare in una scuola di italiano.