Trenta giorni di lavoro e sei di paga: nei campi tra i nuovi schiavi indiani
In Migrazione torna a raccontare lo sfruttamento ai danni dei migranti impiegati in agricoltura nella provincia di Latina. Un sistema rodato di illeciti fondati su arruolamenti del personale via cellulare, buste paga irregolari, ricatti e intimidazioni che svelano il vero business del settore: evasione fiscale e contributiva a fare da cornice a una zona grigia di sfruttamento, talvolta grave, che nasconde milioni di euro sottratti indebitamente allo Stato e soprattutto ai lavoratori, quasi tutti di nazionalità indiana.
Le condizioni disumane di sfruttamento della comunita` indiana (prevalentemente sikh e originaria del Punjab, regione nord-occidentale dell’India) nell’agro pontino si scopre sempre piu` come un fenomeno tutt’altro che episodico. Dalle interviste e i documenti raccolti da In Migrazione nelle campagne dove lavorano i braccianti indiani emerge un quadro di sfruttamento strutturato, sia nelle dimensioni del fenomeno che nelle modalita` sempre piu` affinate con cui si consuma.
Orari di lavoro impossibili che arrivano a 14 ore filate sotto il sole nei campi, o peggio dentro serre asfissianti, sette giorni su sette. Salari da fame, che arrivano a toccare i tre euro l’ora, corrisposti con ritardi di mesi, a volte di anni.
foto di Marcello Scopelliti
Le ragioni di un impegno e di un metodo contro lo sfruttamento e le agromafie.
Porti chiusi ai rifugiati, porte aperte al business dell'accoglienza
Storie di accoglienza diffusa a cura di In Migrazione e Oxfam
In Migrazione lancia l'Osservatorio permanente sulle politiche governative in tema di protezione internazionale
Radiografia del nuovo schema per gli appalti dei Centri di Accoglienza Straordinaria
Resta aggiornato sui corsi di formazione, sui progetti e sulle attività di In Migrazione