Ventisette lavoratori indiani hanno deciso di scioperare tutti insieme occupando quei terreni dove, come tanti altri, erano stati costretti a chinare la testa e a dire “si padrone”. Una battaglia inedita nelle campagne dell’agro pontino che rappresenta la testimonianza che qualcosa sta cambiando: è possibile pensare di uscire dallo sfruttamento e dalla violenza per i braccianti indiani Sikh in provincia di Latina.
I lavoratori, con l’aiuto di In Migrazione e Cgil, hanno così portato avanti la loro battaglia non reagendo alle provocazioni e alle minacce, compresa la violenza, arrivando alla fine ad un positivo epilogo: l’azienda ha accettato di pagare tutti gli arretrati mai corrisposti (per un totale di circa 37 mila euro) e ha aumentato la retribuzione oraria. Un fatto che in provincia di Latina ha una portata storica e che evidenzia la bontà del percorso sinora condotto: le denunce che hanno portato ad accendere i riflettori sullo sfruttamento dei braccianti indiani hanno sostenuto i lavoratori e le lavoratrici nel sentirsi in diritto di rivendicare i propri fondamentali diritti; il centro polivalente Bella Farnia li ha aiutati a trovare un luogo protetto dove confrontarsi e scoprire le “buone regole del gioco” in una società complessa come la nostra, uscendo da un pesante isolamento sociale e culturale.
In Migrazione continuerà a lavorare con la comunità indiana del pontino sostenendo sia le giuste battaglie per uscire da uno sfruttamento inaccettabile, che mettendo in campo nuovi concreti progetti per l’inclusione sociale.
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